Il Progetto Spoon, condotto dall’ISTC-CNR e l’Università Sapienza di Roma, si propone di indagare la relazione tra l’alimentazione del bambino e il suo sviluppo durante i primi due anni di vita. Se sei una mamma in dolce attesa o hai un bimbo di età non superiore ai 4 mesi, puoi partecipare contattando le ricercatrici ai contatti contenuti in questo articolo!
Si tratta di una delle novità più interessanti da un punto di vista scientifico degli ultimi decenni. In Italia, purtroppo, si conosce ancora poco ma in realtà la Mindfulness si pratica già da più di 40 anni in tutto il mondo per il trattamento di molteplici problematiche.
Consiste in un insieme di pratiche di meditazione che nasce dall’integrazione tra i principi delle meditazioni e dello yoga di tradizione orientale e le conoscenze scientifiche più aggiornate in ambito terapeutico, allo scopo di alleviare la sofferenza della persona. Le condizioni per cui è stata comprovata efficacia clinica spaziano dai dolori cronici ai disturbi del sonno, dalle malattie della pelle ai disturbi gastrointestinali, dalla cefalea ai disturbi d’ansia e di panico.
Consapevolezza: quando pratichiamo la Mindfulness prestiamo la nostra piena attenzione a ciò che accade nel momento presente, al nostro flusso di pensieri, alle sensazioni fisiche, alle emozioni, alle nostre azioni quotidiane, a quello che accade intorno a noi. Potrebbe sembrare una cosa semplice, ma non lo è. La nostra mente per sua natura è abituata a vagare, a lavorare, a ideare, a cercare soluzioni. Riportarla sull’oggetto della nostra attenzione è un’abilità che, grazie alla Mindfulness, impariamo ad allenare.
Momento presente: il momento presente è l’unico momento che abbiamo, perché è l’unico in cui viviamo e in cui possiamo agire. Molta della nostra sofferenza psicologica deriva proprio dallo sforzo di ripercorrere eventi passati immodificabili o dal tentativo di proiettarci in obiettivi futuri non prevedibili. Lo facciamo perché la nostra mente registra una discrepanza tra ciò che abbiamo oggi e ciò che vorremmo o avremmo voluto. Sono queste le situazioni in cui la nostra mente comincia a lavorare e soffrire di più, perché è fortemente spinta dal desiderio di colmare questa distanza e trovare delle soluzioni. La Mindfulness ci aiuta a rimanere ancorati nel qui e ora e a riconoscere ed accettare i diversi aspetti della nostra esperienza.
Accettazione: quando riusciamo a stare nel momento presente e ad essere consapevoli della nostra esperienza, non è detto che ciò che viviamo sia piacevole, la nostra esperienza può essere dolorosa. Accettare un dolore è forse la parte più difficile di questa pratica. Tramite la Mindfulness, impariamo prima di tutto a considerare l’esperienza per ciò che è, senza darle subito un’etichetta o attribuirle immediatamente significati negativi. La osserviamo e la descriviamo per come si presenta. Una volta divenuti consapevoli di una sofferenza, impariamo a farle spazio, a lasciarle un posticino nella nostra vita: spesso non si può eliminare, e combatterla ci procura solo ulteriore sofferenza. Impariamo quindi ad essere ciò che siamo, con tutta la complessità delle nostre emozioni ed esperienze, qualsiasi esse siano.